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1624. Francesco Sforza a Tiberto [Brandolini] 1454 giugno 27 Milano.

Francesco Sforza, in risposta alla lettera di Tiberto, non crede abbia da aggiungere altro circa quell'arciprete, perché sa cosa deve fare. Quanto al suo andare da lui, ritiene che alla ricevuta di questo suo scritto, avrà inteso quello che già gli disse in merito a dove deve cavalcare e lo sollecita a causare meno danno possibile ai suoi uomini.

[ 432v] Magnifico domino Thiberto.
Havemo recevuto vostra lettera et bene inteso quanto scriveti. Non accade circ'al facto de quello arcipreto dire altro; la magnificentia vostra intendi mò la cosa et sa quello che l'ha a fare. Ala parte del venire vostro da nuy, et cetera, havemo inteso quanto scriveti; siamo inteso che, ala receputa de questa, havereti inteso quello che per un'altra ve havemo scripto del cavalcare vostro et dove haveti ad andare. Siché ve confortiamo et pregamo che vogliati andare via presto et governarve con quello bono modo, che siamo certissimi fareti; et sopratuto, perdio, habiati advertentia che in questa vostra andata se facia quanto manco damno et rencrescimento che sia possibile ali homini et subditi nostri, avisandone che per una cosa non poteresti fare la più grata et accepta. Mediolani, xxvii iunii 1454.
Persanctes.
Iohannes.