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1639. Francesco Sforza a Pietro e fratelli de Bagarotis e a Pietro de Vianino 1454 giugno 29 Milano.

Francesco Sforza scrive a Pietro e fratelli de Bagarotis e a Pietro de Vianino che, per l'affezione che gli portava Bartolomeo Ciresola, si era già curato di maritare la vedova e la figlia, soprattutto per beneficare le donne che, senza l'aiuto degli uomini, potrebbero subire maltrattamenti. Per questo motivo fece venire lui, Pietro, e gli espose i suoi desideri. Se ne stette poi in silenzio, supponendo che Pietro cercasse di provvedervi. Gli replica ora di avvicinare dette donne e di indurle a maritarsi con quelli che lui gli propose, cioé, i figli del signore di Parma : sono gente perbene e assicuri le donne che gradirebbe assai che consentissero.

[ 436v] Petrus et fratribus de Bagarotis et Petro de Vianino.
Per la fede et amore che ne portava la bona anima de Bartolomeo Cirexola se recordassemo, altra volta, de volere prendere cura de maritare quella che fo soa mogliere et la figliola, maxime per fare bene ale done, le quali, stando senza adiuto de homini, como molte volte accade ale done vidue et orphane, poteriano recevere mal tractamento, et per questa casone facemo venire ti, Petro, da nuy et alhora te fecemo intendere la voluntà nostra, et recordassemo et proponessimo alhora cosa digna, utile et honorevole ale dicte donne. Et credendo nuy che sopra ciò gli havesti facto qualche provisione, siamo remasti taciti in fin mò, et havemo inteso non haveti facto niente. Et, pertanto, de novo ve repplicamo, confortandove che vogliate praticare et indure dicte donne ad maritarse in quelli che nuy te dicessimo che, se bene te recordi, furono gli figlioli de domino da Parma, quali sonno da bene et meritano assay, certificandove che facendosi questa cosa a nuy serà gratissima. Data Mediolani, xxviiii, iunii 1454.
Bonifacius Cichus.