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1651. Francesco Sforza al capitano della cittadella di Piacenza 1454 luglio 1 Milano.

Francesco Sforza si compiace con il capitano della cittadella di Piacenza per la cattura di Cristoforo Corio, detto Matto, per la moneta falsa, i sedici alfonsini e il bislacco e novini trovatigli e mandati poi a Sceva, che glieli ha trasmessi. Procuri di individuare gli altri spacciatori e, presili, li tenga sotto buona custodia. Cerchi di aver cura che non facciano danni le genti d'armi che stanno per "passare in su", benché egli abbia loro provveduto mandando dei suoi cancellieri e dei cavallari. Lo tenga continuamente avvisato del loro comportamento.

Capitaneo citadelle nostre Placentie.
Della presa et retentione hay facta de quello Christoforo Coyro, dicto Macto, per quella moneta falsa, et deli sedice alfonsini et uno bislacho falsi et altri novini in moneta, mandati per ti in uno sacheto ad domino Sceva, li quali havemo havuti, comendiamo singularmente la fede et diligentia tua che certo per una cosa non ne potresti havere facto maiore piacere. Unde volimo, et molto haveremo caro, che te staghi attento ad questo facto et vedi, per recto o indirecto, se li fosse modo che tu potese fare pigliare li altri, quali sonno de tale falsità quomodocunque participi; presi, ne fati notitia a nuy, et che li tenghi socto bona guardia [ 439v] che non possano fugire, ne faray singulare piacere. Preterea perché quelle nostre gente d'arme sonno per passare in su, non obstante che li habiamo assay proveduto con mandargli di nostri cancelleri et cavalcatori, haveremo piacere, et così volimo che tu ne prendi ancora cura, tanto quanto dura lo territorio Piacentino, che non se faza damno in lo paese nostro, né robbarie, portandoti con prudentia et discretione como, se voleray, semo certi saperay fare. Et se niuno commette robbarie, né altri mancamenti, advisane continuamente dela veritate per toe littere, acioché li possiamo, como é la nostra intentione, debitamente provedere. Mediolani, primo iulii 1454.
Persanctes.
Cichus.