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167. Francesco Sforza a Giovanni Gamba da Lodi (1453 agosto 27 "apud Gaydum").

Francesco Sforza scrive a Giovanni Gamba da Lodi di indurre il suo nipote, venuto temporaneamente a casa con un ronzino e della roba dello squadrero Ottaviano Visconti ritornare da Ottaviano. Se non volesse far ritorno, provveda a restituire quanto ha portato via.

[ 45v] Magnifico Iohanni Gambe de Laude.
Octaviano Vesconte, nostro squatrero, ne dice como, havendo luy tolto così uno vostro nepote al quale haviva prestato dinari et dato la robba soa, essendo venuto con soa licentia dicto vostro parente ad casa et menato uno suo ronzino con promissione de retornare, al presente recusa volere retornare con luy, como anche dice havere scripto a voi. E perchè esso Octaviano è molto vostro, parendogli esservi obligato, haverà più caro che vuy operasti el tornasse, che de havere ad pigliarli altro partito. Pertanto ve confortiamo ad volere provedere et operare ch'el dicto vostro nepote retorni ad servire esso Octaviano, overo gli satisfaza il cavallo et robba soa, como è debito et rasonevele, altramente gli bisognerà pigliare altro partito per non supportare questo danno. Data ut supra Zanetus.
Cichus.