Registro n. 16 precedente | 1672 di 1825 | successivo

1672. Francesco Sforza a Marco Corio e ad Antonio Secco, commissario di Geradadda s.d.

Francesco Sforza risponde a Marco Corio e ad Antonio de Sichis, commissario di Geradadda, di credere che alla ricevuta della sua missiva, quelle genti si fossero mosse, perché aveva mandato là il suo trombettiere Giovanni che aspetterà Marco a Cassano, dove dette genti passeranno per alloggiare il primo giorno verso Merlino e l'altro giorno a Corsico, mentre poi passeranno il Ticino.

Marco Coyro, Antonio de Sichis, commissaro Glareabdue.
Respondendo ala vostra, data heri, credeamo che quelle zente, ala recevuta de questa, saranno levate, perché havemo mandato là Iohanne, nostro trombetta, quale aspectarà ti, Marco, a Cassano, ove hanno ad passare dicte zente, avìsandoti che le dicte zente haverano a lozare lo primo dì verso Merlino, l'altro dì a Corsico et l'altro dì passarano Ticino; et in questo modo non damnificarano il Milanese (a).

(a) Così termina la missiva.