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168. Francesco Sforza a Pietro da Lonate, commissario di Tortona (1453 agosto 27 "apud Gaydum").

Francesco Sforza si compiace con Pietro da Lonate, commissario di Tortona, per aver dato a Baldasarre, figlio di Graziolo da Vicenza, lire 330 delle 500 che gli spettano, ma lo sollecita a completare la somma dovutagli in modo che si metta in ordine. Si dice dispiaciuto per le rappresaglie di uomini e bestiame compiute dagli uomini del Colleoni contro quelli del vescovato. Ritenendo che ciò è avvenuto a insaputa del condottiero, vuole che lo avverta di tale comportamento, perchè intervenga con le necessarie punizioni. Gli ricorda di aver scritto più volte a lui, Pietro, e agli ufficiali di Tortona perchè provvedano a piegare la resistenza della gente di Pontecurone e di Viguzzolo a obbedire a lui e agli ufficiali. Nulla ha da aggiungere a quel che già gli ha scritto circa la restituzione ai suoi uomini della loro roba, che Pietro ha imposta agli uomini di Casale. Non crede che la richiesta delle tasse di settembre sia partita dal Colleoni, perchè sia lui che i suoi, sono stati "spazati in modo che porano cavalchare et non haverano più a stare lì". Vuole, infine, che faccia capire al Colleoni che il duca non intende assolutamente introdurre la consuetudine di accordare alloggiamento e tasse a favore dei "fanti da pede" e, perciò, non insinui fasulle aspettative in Tommaso da Parma e nei suoi fanti. Se Pietro glielo avesse chiesto prima, avrebbe accordato a suo figlio l'ospedale di San Enrico, ma lo ha già concesso al figlio del Parmesano, compagno del condottiero Cristoforo Torelli.

Petro de Lonate, commissario Terdone.
Havemo recevuto tre toe lettere de dì xvii, xviii et xx del presente per Ie quale restamo pienamente avisati de quanto ne scrivi; al che respondendoti, et primo, alIa parte delle livre 330 hai facto numerare a Baldesarro, figliolo de Gratiolo de Vincenza, per parte delle 500 resta ad havere luy, dicemo ne piace et te ne comendiamo summamente.
Bene ne rencresce et dole grandamente delIa represaglia de homini e bestiame, quali hanno facta li homini d'arme del magnifico Bartholomeo Coglione contra quelli del vescovato, el che credemo sia contra l'intentione et mente d'esso Bartholomeo.
Pertanto volimo che tu debii scrivergli Ii dicti modi usano dicti homini d'arme suoi contra Ii subditi nostri, certificandolo como a nuy è rencrescuto et rincresce non pocho, et pregarlo gli voglia provedere et castigare Ii dicti homini d'arme che commettano simili mancamenti quali tractano li subditi nostri, non altramente che fariano li inimici nostri.
Confortiamote apresso che usi ogni diligentia et sollicitudine aciò ch'el dicto Baldesarro habia el compimento delle dicte libre 500 et che se possa mettere impuncto et in ordine, como siamo certi faray. Ala parte de quelli da Pontecurone e Vigozolo che sonno retrogradi e non vogliono obedire, [ 46r] dicemo che più volte havemogli scripto che debiano obedire a ti et a tuti quelli nostri officiali de Tertona, et simelmente scripto a ti et ad essi officiali che dovesti usare contra Ii dicti da Pontecurone et Viguzolo tuti quelli modi ve parisseno necessarii per fare che fosseno obedienti; sichè a questo non dicemo altro, se non che tu et Ii dicti officiali vogliati exequire quanto per le dicte nostre lettere ve scripsemo. AlIa parte della robba hai facta restituire a quelli nostri homini d'arme, che gli era stata tolta per Ii hominii de Casale, per questa non te dicemo altro, perchè per un'altra nostra te havimo scripta tuta ciò a compimento. Alla parte delle taxe del meso de septembre te ha mandato a dire el magnifico Bartholomeo che debbi provedere ch'el possa havere per sè et Ii suoi, dicimo che non credemo puncto che questa rechiesta proceda dalla mente et sentimento d'esso Bartholomeo (a), anze piutosto da quelli soi mandati sono lì, et non volimo che per niente luy, nè Ii soi habiano Ie dicte tasse de septembre, perché credemo loro sonno spazati in modo che porano cavalchare et non haverano più ad stare lì. AlIa parte delle taxe ha mandato a dire dicto Bartholomeo che se debbiano apparechiare per quelle terre et loci lì circostanti per Thomaso da Parma con ducento paghe, dicimo che tu debii scrivere ad esso Bartholomeo che may non fu usanza nostra dare taxe, nè logiamento ai fanti da pede; sichè anchora non volemo adesso acomenzare, et che per niente non volemo che siano date dicte taxe al dicto Thomaso, et de questa nostra voluntà lo chiariray molto bene, perchè non volemo metere questa usanza fra li nostri fanti a pede.
Lo Hospitale de Sancto Henricho, quale ne domandi per uno tuo figliolo, te advisamo che già più dì fa I'havemo dato ad uno figliolo del Parmesano, compagno del conte Christoforo Torello, nostro conductero de gente d'arme. Se prima tu n(e) l'havesse domandato, voluntieri ti ne haveressemo compiaciuto. Data ut supra.
Leornadus.
Iohannes.

(a) d'esso Bartholomeo su rasura.