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1682. Francesco Sforza al conte Bolognino de Attendolis, podestà di Pavia, e a Gracino da Pescarolo (1454 luglio 4 Milano).

Francesco Sforza denuncia al conte Bolognino de Attendolis, podestà di Pavia, e a Gracino da Pescarolo la disavventura di cui é stata oggetto una gentildonna inglese di nome Anna, cui fu rubato una cagnolina, cui era molto affezioinata. Il duca vuole che insieme e separatamente si diano da fare con ricerche e bandi pubblici in modo che chi ha il prezioso animaletto lo restituisca alla padrona. Se, invece, chi lo ha se lo tiene e viene scoperto, dovrà pagare alla Camera ducale cento ducati; se costui fosse un miserabile, lo si punirà con dodici "strepate". Se la nobildonna volesse portarsi a far visita a lui e alla sua consorte, ordina a Gracino di fornirla di cavalli, come gli dirà Emanuele di Iacopo che ne é informato.

[ 447v] Comiti Bolognino de Attendolis, potestati Papie, et domino Gracino de Piscarolo.
Havemo novamente havuto noticia como, essendo arivata in quella nostra cità una zentile dona de Ingletera chiamata madona Anna, gli é stata furata una sua cagnola quale gli era molto cara, et n'ha preso summo despiacere; et parendo a nuy tale apto molto deshonesto et alieno da ogne humanità, ne pare conveniente cosa, sì per il debito, sì per nostro honore, che se debia usare ogne industria et ogne rigore de rasone per fare che dicta donna rehabia la sua cagnola. Et pertanto volimo subito, recevuta questa, tutti vuy insieme et separatamente debiati usare ogne industria et inzegno, sì in far cercare et investigare subtilmente per ogne via, sì etiamdio in far fare bandi publici per la cita cum penna expressa che qualunque habia dicta cagnola, la debia presentare; et che lo sa, el debia notificare prestissimo; in caso che non, et che se sapia che l'haverà havuta, debia pagare cento ducati da essere applicati ala Camera nostra; et s'el sera inhabile, li siano date dece strepate de corda irremissibelmente, siché dicta cagnola se possa rehavere et consignarla ala predicta madonna Anna; ala quale volimo che vuy, domino Gracino, volendo ley venire qui dala presentia nostra et della nostra illustrissima consorte, li debiati provedere de cavalli opportuni per ley et quelli seranno con ley, quando sentesti che ley non havesse cavalli Et circa ciò crederiti ad Emanuel de Iacopo como informato della mente nostra. Mediolani, iiii iulii 1454.
Iohannes.
Iohannes Antonius.