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1692. Francesco Sforza a donna Giovanna de Cipellis 1454 luglio 5 Milano.

Francesco Sforza scrive a donna Giovanna de Cipellis di Maleto di essere stupito che lei non abbia accolta la proposta ducale di sposare il suo conestabile Achille Corso, convinto, come egli era che la proposta di qualsiasi altro le avesse presentato,l'avrebbe accettata alla prima richiesta. Badi di non sposarsi né in segreto né in palese a qualsiasi altra persona senza sua speciale licenza scritta. Se sapesse che ha agito contro la sua volontà, le dimostrerà che non ha mai seguito peggior consiglio, siccome in casa sua egli vuole essere obbedito.

[ 450r] Domine Iohanne de Cipellis de Maleto.
Nuy ve havemo scripto et mandato ad dire più volte che volesti essere contenta de acceptare per vostro marito Achille Corso, nostro conestabile, como saria la intentione et voluntà nostra; et in fin al presente haveti recusato de fare in questo la voglia nostra, como quella che non extimati il facto nostro; de che ne siamo grandemente maravigliati, et siati certa ne trovamo de mala voglia che haveressemo creduto, nonché de Achille Corso, quale é persona da bene et a nuy affectionatissimo; ma d'ogni altro ve havessemo confortato et preposto non havesti aspectato se non la prima richiesta.
Unde per questa ve dicemo et comandiamo che, se extimati la gratia nostra, non presumati maritarve in secreto, né in paleso ad persona del mondo, sia che se voglia, senza nostra speciale licentia in scripto, certificandovi che, quando intendessemo facesti contra questa nostra voluntà, ve monstraremo non facisti may pezore consigliata, perché deliberamo ad casa nostra essere obediti. Mediolani, v iulii 1454.
Zanetus.
Cichus.