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1696. Francesco Sforza ad Angelo de Caposilvis e a Giovanni Giapano 1454 luglio 6 Milano.

Francesco Sforza ordina ad Angelo de Caposilvis e a Giovanni Giapano di non dare alcun impaccio, né fare danni e neppur prendere la minima biada a quelli di Sant'Angelo perché hanno mandato da lui i loro ambasciatori per esporgli quello che devono fare e sentire ciò che il duca vuole, in modo che ritornino dalla loro comunità per avere il mandato di prestare il debito giuramento di fedeltà. Possono mandare là semplicemente un discreto famiglio che rimanga sul posto fino all'arrivo dell'ufficiale ivi deputato. Lo stesso comportamento devono osservare con quelli di Castelnoveto che manderanno da lui i loro ambasciatori. Andranno, invece, a togliere le biade a coloro che rifiutano di prestare obbedienza.

[ 451r] Angelo Caposilvis et Iohanni Giapano.
L'homini da Sant'Angelo hanno mandato da nuy suo(i) ambassatori ad significarne che vogliono fare quello che debeno, et ciò vogliamo nuy, et così retornano a casa per tolire il mandato della loro comunità de far il debito iuramento de fidelità. Per la qual cosa non volimo gli che lassati dare impazo, né danno alcuno, nepur tolire uno minimo granello de biava; et gli potriti mandare uno famiglio discreto, senza altra gente, el quale habia ad stare lì finatanto gli mandaremo l'officiale deputato, che sera presto. Similmente credemo venerano li ambassatori da Castelnoveto; siché non volimo etiamdio non diati impazo a quelli da Castelnoveto, ma andariti ad tolire dele biave al'altre terre che non voleno venire ala obedentia. Mediolani, vi iulii 1454.
Ser Iacobus.
Cichus.