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1733. Francesco Sforza a Teseo da Spoleto (1454 luglio 8) Milano.

Francesco Sforza fa sapere a Teseo da Spoleto di aver inteso dal referendario e dall'ufficiale delle bollette di Piacenza di monete false trovate a Felino, giurisdizione di Montecchio, oltre a un barile di diversi stampi. Vuole, perciò, che faccia di tutto per pigliare quel negro di Adevanoli in casa, ove sono state trovate dette stampe e monete false, e anche i suoi complici, mandandoli poi tutti da lui, come pure gli invierà tutte le stampe e le monete false ritrovate. Faccia fare un inventario a nome della Camera ducale, di tutti i beni mobili e immobili di quei furfanti, inventario che manderà ai Maestri delle entrate straordinarie. Gli dice che di questa sua intenzione ha scritto a Giovanni Galeazzo e al conte Onofrio Anguissola, dei cui comportamenti gli piace che sia avvisato.

[ 459r] Theseo de Spoleto.
Nuy havemo inteso per lo referendario et officiale delle bollete de quella nostra cità de Piasenza delle monete false retrovate in una villa presso a Felino, iuridicione de Montechio, et de uno barrile de diverse stampi, la qual cosa credemo sii certo ne sia tanto exosa quanto dire se possa. Pertanto se may desideri farne cosa grata, volimo tegni modo et via de fare pigliare quello nigro de Adevanoli in casa, de cuy se dice essere trovate dicte stampe et monete false, et così ciascuno participe de tale falsitade, et sia che se voglia, et vedi de mandargli qua da nuy; et etiam mandaray tute le dicte stampe et artificii et false monete che porray retrovare, facendo descrivere, a nome della Camera nostra, tuti li beni mobili et immobili de quelli tali, et la descriptione mandaray incontinenti ali nostri Maestri del'intrate extraordinari, metendo in ciò ogne tua diligentia et cura per quanto hay cara la gratia nostra, avisandote che questa nostra intentione scrivemo a domino Iohanne Galeaz et al conte Honofrio Angussoli, delli deportamenti delli quali haveremo caro da ti essere avisati. Mediolani, ut supra.
Marcus.
Cichus.