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1737. Francesco Sforza ad Angelo de Caposilvis e a Giovanni Giapano (1454 luglio 10) Milano.

Francesco Sforza ripete ad Angelo de Caposilvis e a Giovanni Giapano di non muoversi di lì fino all'arrivo di suo fratello Corrado e di suo nipote Roberto, al corrente di quel che si dovrà fare. Non vuole che intanto facciano guerra e danni a quelle terre che furono occupate. In data 10 luglio fu scritto a Roberto Sanseverino che faccia restituire a Giovanni Iacobo Guismala, latore della presente, il suo ragazzo portato via da Tartaglia e Barberio.

[ 460r] Angelo de Caposilvis et Iohanni Giapano.
Como per altre nostre ve scripsemo a questi dì proximi passati non volimo che ve partiati da lì fin a tanto non serano giuncte lì da vuy Cunrado, nostro fratello, et Roberto, nostro nepote, quali vengono informati della mente nostra circa quanto se haverà a fare; et in questo mezo non faciati guerra né veruna noxia novità a quelle terre che ne fino occupate dal tolere le biade in fuora. Mediolani, ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.
Die x iulii, scriptum fuit magnifico domino Roberto de Sancto Severino quod faciat restituere latori presentium Iohannis Iacobi Guismale regacium suum sibi abductum per Tartagliam et Barberium suos omnino.
Zaninus.
Iohannes.