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1767. Francesco Sforza al podestà di Lodi (1454 luglio 17) Milano.

Francesco Sforza vuole che il podestà di Lodi, convocato il sarto e, accertato che a lui il suo cameriere Galeazzo Pagnano diede in pegno la sua giornea per un paio di calze, gli restituisca, senza impicci procedurali, la sua giornea, da Galeazzo invano richiesta, o il rispettivo prezzo.

Potestati nostro Laude.
Ne ha significato con querella Galeaz Pagnano, nostro camerero, che havendo luy già più mesi passati lassati in desposto, osia pigno una sua geornea per uno paro de calce ad uno sartore de quella nostra cità, et deinde, repetendo luy la geornea pagando il pretio delle calce, non la poté né fino al dì d'ozi non l'ha potuta conseguire, anze fi menato per parolle como intederiti da esso Galeaz o da suo messo, per la qual cosa volimo et ve commettemo che, havuto a vuy dicto sartore, del qual sariti informato, et trovando essere vero quanto é sopra dicto, lo constringiati a darli la zornea aut il pretio d'essa, et hoc summarie et senza piado, sola facti veritate inspecta. Mediolani, ut supra.
Ser Iacobus.
Iohannes.