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178. Francesco Sforza a Luchina dal Verme (1453 agosto 29 "apud Gaydum").

Francesco Sforza nuovamente ricorda a donna Luchina dal Verme le lamentele degli uomini sforzeschi per la morosità dei suoi nel pagare le tasse loro dovute, e ciò nonostante i molteplici solleciti dal duca fatti. Stanco di attendere, il duca ha diposto il fermo di alcuni debitori provocando la protesta di donna Luchina, la quale sostiene che a tutto si era soddisfatto, A ciò il duca le contrappone l'invito a mandare uno dei suoi sudditi "a monstrare le ragione della satisfatione".

Magnifice domine Luchine de Verme.
Havendo nuy ogni dì lamente daIi nostri che non pono conseguire dalli vostri homini el debito deIe lore taxe, et havendo non una né due volte ala vostra magnificentia che gli volesse provedere e scrito e mandato a dire, e non providendoli quella per continue importunitate delli nostri, non havemo potuto fare che non gli havemo concesso alcune lettere de sustenire quelli delle vostre terre che sonno debitori; del che, siandose agravata la vostra magnificentia e scrito che Ii vostri havevano facto el dovere, ve scrisemo piu fiate [ 48v] che volisseno mandare uno delli vostri informato e bene instructo delle ragione delle dicte tasse, acioché'l se gli mettesse uno fino, nè may l'haviti mandato; e pur scriviti che Ii vostri hanno satisfacto, nè mandate alcuno delli vostri a monstrare Ie ragione delIa satisfatione. Pertanto de novo ve replicamo che'l vogliati mandare, altramente e voy e noy ogni dì ne haveremo mille rencrescimenti. Data ut supra.
Cichus.