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204. Francesco Sforza al commissario di Tortona (1453 settembre 3 "apud Gaydum").

Francesco Sforza dice al commissario di Tortona di non credere che il fallimento della scorreria che il Colleoni doveva fare in territorio nemico sia dovuto alla soffiata di alcuno dei nostri. Circa il timore che lo stesso Colleoni si porti in città a razziare, l'avverte che tutto può evitarsi se si provvede (come già congiuntamente scrisse a lui, a Ludovico da Bologna e ad Antonio da Fabriano), a soddifare i suoi soldati di quanto loro spetta per settembre e per gli arretrati. Quanto ai 600 sacchi di frumento che lui e i suoi devono avere a Garbagna, gli ordina di non fare alcuna ricevuta.

Comissario Terdone.
Respondendo ala toa Iettera de dì penultimo del passato, et primo, delIa scoreria doveva fare el magnifico Bartholomeo, quale è stata saputa dal'inimici, ne rencresce, ma siamo certi che loro non l'habbiano puncto saputa da veruno delli nostri; imo piutosto per altra via. Ala parte delli seycento sachi de furmento che tu et Ii toi dovete havere in lo locho de Garbagna, dicemo che per adesso non ne pare, nè volimo che fazate ricevuta alcuna. Ala parte delIa coreria dubiti che faza el dicto Bartholomeo uno dì a quella cità, et cetera, dicemo che tu vogli provedere che luy et Ii suoi siano satisfacti delli dinari restano havere delle lore taxe de kalende de septembre in dreto, et circa ciò fare quanto per un'altra dirrectiva comunamente a ti, a Ludovicho da Bologna et Antonio da Fabriano havemo scripto che, così facendo, non dubitamo puncto che cesserano tuti Ii scandali et manchamenti potesseno seguire per dicta casone. Et de questa non ne vogliati darne più molestia, nè affano alcuno, ma exequire virilmente quanto ve havemo scripto. Data ut supra.
Leonardus.
Iohannes.