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22. Francesco Sforza al commissario di Tortona 1453 agosto 4 "in castris nostris felicibus apud Gaydum".

Francesco Sforza scrive al commissario di Tortona di non avere in nessun modo promesso nč all'inviato del vescovo nč al vescovo stesso di esentare gli uomini del vescovo dall'onere del carriaggio e delle tasse dei cavalli. La loro renitenza al saldo delle rimanenti 500 lire, oltre a quelle giā date a Graziolo da Vicenza, č immotivata e, perciō, faccia di tutto per far avere a Graziolo la rimanenza dovutagli.

[ 8v] Comissario Terdone.
Havemo recevuto una toa de dė xxx del passato nella quale se conteneno pių parte, et respondendo solamente ad quella dove dice che li homini del vescovato hanno pagato cinquecento livre, quale hai numerati ad Gratiolo da Vincentia et dele altre libre 500 che restano ad dare, quale non voleno paghare se non sonno chiariti et liberati per nuy et dal carrezo et delle taxe da cavalli, et cetera, restamo advisati et dicemo che de questo ne maravigliamo perchč nuy sapemo che may non promettessemo al messo de domino lo veschovo, neanche ad esso domino lo vescovo, nč per lettere nč a bocha che nuy fossemo contenti de lassar dicto carrezo et taxe ali dicti homini per casone de dicta compositione; anze queste sonno le prime parolle havimo sentito de questo fatto.
Pertanto volemo et te comandiamo che te sforzi per qualunche megliore via et modo te parerā de rescotere lo dicto resto per dare ad esso Gratiolo, dicendo per questo ad esso monsignore como te parerā, per modo che senza fallo alcuno se rescotino dicti dinari con ogni celeritā. Data in castris nostris felicibus apud Gaydum, die iiii augusti 1453.
Nicolaus Iohannes.