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233. Francesco Sforza al podestà di Gerola (1453 settembre 8 "in castris nostris felicibus apud Gaydum").

Francesco Sforza fa sapere al podestà di Gerola che il suo famiglio Corsio, cui aveva donato i locali beni di Raynino, passati alla Camera ducale, che gli mancano 19 ducati veneziani e 13 fiorini del Reno, che erano in un cassone di Raynino. Il duca vuole che il podestà ricuperi detti denari per Corsio.

Potestati Glarolarum.
Ne dice Corsio, nostro fameglio, al quale, como per altre t'havemo scripto, haveamo donati Ii beni de Raynino de quella nostra terra, spectante ad la Camera nostra, ch'el resta havere ducati xviiii Venetiani et florini xiii de Reni, quali pare non se trovino; del che se maravigliamo, perchè intendemo che Ii dicti dinari erano in uno cassone d'esso Raynino. Sichè, pertanto, volemo et te comandamo servi ogni modo expediente perchè se retrovano essi dinari et siano dati ad Corsio predicto. Fa per modo che per questa casone non expediat replicare altre leittere, nè de ciò receviamo veruna querella; e non manchi se facia presto.Data ut supra.
Thomaxius.
Cichus.