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236. Francesco Sforza a Gracino da Pescarolo (1453 settembre 10 "apud Gaydum").

Francesco Sforza scrive a Gracino da Pescarolo che quanto gli disse il 13 scorso era solo per chiarirsi le idee intorno alla causa di Giacomino della Chiesa. In seguito a quello che Gracino gli ha fatto ora sapere, decide che Gracino dia corso alla causa in modo che Giacomino sia, "prout iuri conveniet", sia assolto o condannato.

Gracino de Piscarolo.
Havemo recevute Ie toe lettere con la supplicatione de Iacomino delIa Chiesa, habitatore delIa bastita, ale quale, respondendo, te dicemo che tuto quello te scripsemo per nostre lettere date xiii del passato in la causa d'esso Iacomino fo solamente per giarirse dela verità, non ne siando nuy altramente avisati, informati. Nunc autem, inteso quanto tu ne scrive dela informatione havuta superinde, volemo et te commettemo che procedi, o facii procedere in dicta causa secundo che vole la ragione, absolvendolo, o condenandolo prout iuri conveniet; et questa è la mente et intentione nostra. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.