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241. Francesco Sforza a Pietro da Lonate,a Ludovico da Bologna e ad Antonio da Fabriano 1453 settembre 12 "apud Gaydum".

Francesco Sforza, benchè sia convinto che abbiano ricevuto la lettera che inviò loro congiuntamente, tuttavia la fa replicare a Pietro da Lonate,a Ludovico da Bologna e ad Antonio da Fabriano sottolineando l'importanza per lo stato che gli uomini d'arme di là siano pagati. Ad Antonio attesta che il chiarimento con gli uomini del vescovato di quella città è consistito nella precisazione con gli ambasciatori da loro inviati che sono tenuti a versare lire mille sia per la tassa dei cavalli che per il cariaggio per tutto il periodo fino al primo agosto scorso: tanto deve da loro richiedersi.

Petro de Lonate, Lodovicho de Bononia ac Antonio de Fabriano.
Havemo inteso quanto ne haveti scripto per Ie vostre lettere seperatamente che non havete havuto la nostra lettera a vuy dirrectiva comunamente, secundo che havemo advisati; al che, respondendo, dicemo, benchè siamo certi che vuy l'haveriti havuta, pur l'havemo facta repplicare et ve la mandiamo qui alligata. Sichè de novo ve caricamo, stringemo et comandiamo che, totis viribus, ve sforzati exequire quanto in essa se contene con ogni presteza a vuy possibile perchè vedete bene quanto importa al stato nostro il spazamento de quelle nostre zente d'arme sonno del canto dellà, che non porria importare più, como importa. Ala parte che ti, Antonio, ne rechiede essere chiarito delIa compositione dicono Ii homini del veschovato de quella nostra cità havere facta cum nuy, et cetera, dicemo che è vero che nelli dì passati mandarono da nuy Ii loro ambassatori, quali remaseno in compositione con nuy de pagare livre mille de imperiale, tanto d'ogni graveza et carrico tochase a loro per taxe de cavalli, quanto del carrezo fino a calende del mese de augusto proximo passato indreto; et così restassemo contenti. Sichè ne pare e volimo che aIi dicti homini non sia dato altro impazo fin al dicto termino se non delle dicte livre mille; et [ 63r] poi per l'avenire fare che contribuiscano ale dicte graveze secundo fanno et faranno Ii altri nostri subditi in quelle parte. Data apud Gaydum, die xii septembris 1453.
Leonardus.
Iohannes.