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244. Francesco Sforza a Corrado da Fogliano (1453 settembre 12 "apud Gaydum").

Francesco Sforza risponde a suo fratello Corrado da Fogliano di assicurare quella comunità e i dazieri delle entrate degli ultimi cinque mesi che lui non ha mai fatto alcun divieto di condurre frumento e biade da di là del Po in quella città: Se divieto alcuno esiste, questo può essere stato posto dal Consiglio segreto o dai Maestri delle entrate, nel qual caso occorre ricorrere a uno di loro.

Magnifico Conrado de Foliano, fratri nostro.
Havemo recevute le toe lettere con Ie supplicatione de quella nostra comunità e delli dacieri del'intrate dele parte delli ultimi cinque mesi del'anno presente, continente che vogliamo revocare la inhibitione de condure Ii frumenti e biave de là da Po a quella nostra cità, così per utilità delli dicti dacieri, como dela universa comunità; ala quale, respondendo, dicemo ch'el non bisogna fare tale revocatione; con ciò sia cosa che dela inhibitione non havemo notitia alcuna, nè per nuy è facto, che ce recordiamo. Et così poray far dire ala comunità et ali dicti dacierii, ad instantia delli quali tu ne hai scrito et mandato la supplicatione, avisandoli che noy non havemo facta altra inhibitione che fosse per lo passato. Ma forse potria essere ch'el nostro Consiglio, aut li Maystri del'intrate l'haveranno facta; quo casu, se potrà recorrere a loro che gli provederano.
Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.