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249. Francesco Sforza al conte Antonio de Clivielis (1453 settembre 13 "ex casris nostris apud Gaydum").

Francesco Sforza dice al conte Antonio de Clivielis d'aver inteso quello che gli ha scritto ed egualmente quello che gli hanno fatto intendere il conte Gaspare da Vimercate e Cicco circa il conferimento del vescovato di Pavia a suo fratello abbate. Egli si dice ben contento di proporlo innanzi a tutti gli altri, per l'affezione che porta a lui, ai suoi fratelli e a tutta la sua casa, per "la immensa devotione et fede immacolata" da essa mostrata verso lui e il suo stato.

Comiti Antonio de Clivielis.
Inteso quanto per vostre lettere ne havete scripto et quanto ne ha referito el vostro messo, et similiter quello che el conte Gasparro de Vimercato et Cicho, nostro secretario, ne hanno dicto circh'al facto de conferire el vescovato de Pavia ad domino l'abbate, vostro fratello, dicemo che ad questo sonno condesesi de molti prelati di bona casa et digni nostri cum intercessione de parechi nostri notabili subditi et affectionati servitori. Niente de manco, per l'amore et caritate portiamo a vuy, domino l'abbate et altri vostri fratelli e a tucta casa vostra per la immensa devotione et fede immaculata quale havemo cognosciuta per experientia in vuy e tucta casa vostra verso nuy et el stato nostro, siamo stati e semo contenti, preponendovi a tucti li altri, che domino l'abate predicto, vostro fratello, habia dicto vescovato; et per questa non se extendemo pił ultra ale particularitate, perchč dal prefato conte Gasparro per sue lettere et dal dicto vostro messo a bocha intenderiti quanta bisogna. Sichč curati se mandi presto ad executione quanto da loro ne intenderite, perchč quanto pił presto serą exequito, tanto meglio per multi et infiniti respecti. Data ut supra.
Marcus.
Cichus.