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25. Francesco Sforza al commissario e al podestà di Tortona (1453 agosto 4 "in castris nostris felicibus apud Gaydum").

Francesco Sforza scrive al commissario e al podestà di Tortona di essere assai dispiaciuto per lo scontro avvenuto tra gli uomini di Casalnoceto e Carlo da Novara con alcuni uomini d'arme e balestrieri provenienti dal Monferrato e diretti da lui in campo. Detti uomini d'arme asseriscono che, immotivatamente, sono stati "feriti et toltoli li lor cavalli et carriagii et robbe". Il duca vuole che si accertino di tali furti e ne impongano la restituzione. Se detti uomini d'arme "se graverano de questo", li mandino dall'auditore ducale Angelo da Rieti per ragguagliarlo delle loro lagnanze perchè "gli sarà ministrato ragione".

Comissario et potestati nostris Terdone.
Siamo certi ala receputa dele presente serite avisati d'una differentia et questione seguita e facta fra l'homini de Casale Noxeto et Carlo da Novara et alcuni homini d'arme et balestreri, quali venevano de Monferato qua in campo ad atrovarci, dela quale ne rendemo molto mal contenti e rencrescene ultramodo et, segondo dicono essi homini d'arme volere aprovare per alcuni zentilhomini et più altri che se trovavano lì, non gli hanno colpa nè defecto, et niente de mancho sonno stati feriti et toltoli li lor cavalli et carriagii e robbe per quelli da Casale. Per la qual cosa volemo e ve commettemo che subito, et primo et ante omnia, debbiati far fare subtile inquisitione deli cavalli e cose tolte a dicti homini d'arme et farli restituire senza mancamento alcuno, et, se deinde li homini d'arme se graverano de questo, admoniteli che mandano qua da messer Angelo da Reate, nostro auditore, ad docendum del suo gravamento et gli sarà ministrato ragione. Et pigliarati ogni meliore informatione poterite de questo; dela quale subsequenter ne avisarite per vostre lettere. Data ut supra.