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268. Francesco Sforza al condottiero Moretto di Sannazzaro (1453 settembre 29 "apud Gaydum").

Francesco Sforza assicura il condottiero Moretto di Sannazzaro di non aver avuto alcuna intenzione di dargli "alcun mancamento" circa "quelli dinari de Tercha" che gli aveva assegnato delle tasse, anzi ordinò che egli fosse pienamente soddisfatto. Le lettere, cui Moretto allude, furono motivate dalla necessità di sostituire Battista del Borgo, che attendeva "pigramente" alla esazione delle tasse del Novarese, con Carlo Cipella, anche se poi entrambi ne furono incaricati.

[ 68v] Spectabili et strenuo militi domino Moreto de Sancto Nazario, armorum, et cetera.
Havemo recevuto Ie vostre lettere et inteso quanto ne scrivete circa'l facto de quelli dinari de Tercha, quali ve assignassemo delle taxe, et cetera. Dicemo che nostra intentione è de tractarvi bene per Ii meriti vostri et la fede che ce portate, et che non supportate danno alcuno, anzi habiati integramente Ii vostri dinari. Et aciò non crediate che quelle nostre lettere siano passate per darvi alcuno mancamento, ve avisamo che fuoreno scritte perchè levassemo l'exactione de quelli dinari dele taxe del Novarese ad domino Baptista del Borgo, perché Ii attendeva molto pigramente, et comettessemo questa impresa ad Carlo Cipello che Ii attendesse con più sollicitudine, benchè dopoi l'havemo deputati ambidui: donde nuy gli scrivemo opportunamente per le allegate et comandiamo expressamente che ve faciano satisfare dali dicti homini de Tercha delli vostri delIa dicta vostra assignatione per ogni modo, et così sollicitareti de haverli. Sichè stati de bona voglia, perchè la dispositione nostra verso vuy è de farve bene, et non altramente. Data ut supra.
Cristoforus de Cambiago.
Cichus.