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29. Francesco Sforza al castellano di Tortona (1453 agosto 5 "in castris nostris felicibus apud Gaydum").

Francesco Sforza rimprovera Mangiavillano, castellano di Tortona, per aver ricusati gli uomini mandatigli da Pietro da Lonate, commissario di quella città. L'invio di nuovi uomini non è originato da sfiducia in lui, ma dai bisogni che gli ufficiali ducali meglio percepiscono "che non (...) intendemo nuy". La duchessa è stata informata da Zanetto di quanto occorso in quelle parti.

Mangiavillano, castellano Terdone.
Havemo recevuto la toa lettera et inteso quello ne scrive delli fanti te ha voluto mettere nella rocha Petro da Lonate, nostro commissario de quella cità, et la ragione perchè non l'hai acceptati, cioè per la differentia nata fra li toi compagni et quelli homini de Petro da Lonate, et cetera. Te dicemo che non hai facto bene ad non receptarli, havendote nuy scripto che dovesti aceptarli ad ogni soa rechiesta, como hai veduto; pur, havendolo tu facto ad bono fine, non diciamo altro, ma da mò inanzi, quando luy gli volesse mettargli più uno cha un altro fin a cinque o sei persone, siamo contenti et volemo li recepti. Questo non facimo già perchè de ti non habiamo quella fede havemo già longo tempo exprimentata in ti, ma per li casi et bisogni possono occorrere quali intendino meglio li officiali nostri che non poi (a) intendemo nuy.Data ut supra.
Zanetus.
Iohannes.
Die suprascripto.
Scriptum fuit illustrissime domine ducisse per Zanetum de occurrentibus istis in partibus.
Cabalarius fuit Marcus Iohannes, Thodescus.

(a) poi in interlinea.