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295. Francesco Sforza al podestà, Gracino da Pescarolo, al referendario e ai presidenti agli affari di Pavia (1453 settembre 24 "apud Gaydum").

Francesco Sforza prende atto con quanto buon animo il podestà, Gracino da Pescarolo, il referendario e i presidenti agli affari di Pavia avrebbero gradito che a vescovo di quella città fosse nominato suo fratello Gabriele. Li avverte che non devono imputare a malizia altrui il ritardo della presentazione delle loro lettere, perchè queste, specie le prime due, furono presentate tempestivamente. Per buoni motivi lui, duca, ha preferito l'abbate di Rivalta Tortonese, e così Gabriele avrà ancora modo di studiare e farsi valente e atto a "maiore dignità."

Spectabilibus viris potestati domino Gracino de Piscarolo et Referendario militibus, necnon presidentibus negociis comunitatis nostre Papie, dilectis nostris.
Havemo iterato recevuto lettere da vuy in comendatione de frate Gabriello, nostro fratello, quale con molto desiderio haveresti voluto havessemo creato episcopo de quella nostra cità, conoscendo voy expressamente che a tuto quello nostro populo universalmente saria gratissimo così per le virtute et sanctimonia d'esso frate Gabriello, como etiamdio [ 75v] per altri digni respecti spirituali et temporali; ale qual, respondendo, dicemo, como etiamdio per altre nostre ve scripsemo a questi proximi dì passati, che havemo gratissimo tal vostro ricordo maxime cum Laude de dicto nostro fratello, et anche ve rengratiamo delo amore et carità verso luy; ma perché diciti le vostre lettere non essere presentate in tempo et essere tenute in porto per propria fraude e malitia de alcuni, li quali circaveno de proponere el parente e l'amico, ve avisamo che veramente seti in errore, nè de questo doveti imputare alcuno, perchè le vostre lettere foreno pur presentate in tempo, maxime le due prime. Ma per boni respecti et digne virtute havemo ellecto lo abbate de Rivalta de Tertonese de bona e zentil casa, del qual siamo certi la cità meritamente se contentarà. Poteriti aduncha dire et persuadere al prelibato frate Gabrielo che attendi bene a studiare e farse valente, che quando sentiremo luy essere bene docto lo promoveremo a maiore dignità. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Iohannes.