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300. Francesco Sforza a Giovanni de Cristianis, castellano di Melegnano 1453 settembre 26 "apud Gaydum".

Francesco Sforza avverte Giovanni de Cristianis, castellano di Melegnano, dell'intenzione dei nemici di fare loro dimostrazioni in occasione della venuta di re Renato e difatti ha saputo che dal campo nemico sono partiti uomini a piede e a cavallo per portarsi dalle sue parti. Gli raccomanda di non lasciare il castello e di fare continua guardia anche al borgo in modo che non gli capiti alcun danno. Per sicurezza mandi uomini a Cassano, Melzo e Rossa per scoprire i movimenti nemici. Avute tutte le sue truppe in campo, il duca farà tali progressi da togliere ai nemici la volontà di fare simili cose. In simile modo si è scritto a Morello di Parma, milite e commissario, Corrado da Fogliano e al luogotenente di Lodi.

Iohanni de Christianis, castellano nostro Melegnani.
Volendose l'inimici per ogni modo havere a fare male li facti loro per la venuta dela mayestà del re Renato con quelle altre gente tentarano fare qualche cosa per acquistare reputatione, et così havemo havuto informatione che de presente se partì dal loro campo una grande gente da pede et da cavallo per venire a fare una ponta lì.
Pertanto, aciochè non gli rius(c)a el pensiero, nè possano far danno alcuno, te caricamo quanto più possemo a far fare bona guardia, non iusendo tu fora del castello, e facendo fare dì e nocte tale provisione (...) guardie al borgo che sinistro non possa intervenire; et così mandaray verso Casano e Melzo e Rossa a presentire Ii loro movimenti, certificandote che, giuncte che sarano esse gente qua in campo con la prefata mayestà del Re, faremo tali progressi che esse inimici se smenticaranno le cose de là. Sichè in questo tempo attende a salvarte bene. Data apud Gaydum, die xxvi septembris 1453.
Ser Iacobus.
Cichus.
In simili forma scriptum fuit: domino Morello de Parma militi et comissario et Conrado de Foliano, germano nostro, et locuntenenti Laude.