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301. Francesco Sforza a Corrado [da Fogliano] (1453 settembre 26 "apud Gaydum").

Francesco Sforza raccomanda al fratello Corrado di curare la sua convalescenza, vivendo allegramente e senza affanno per non poter essere in campo, specie ora in occasione della venuta di re Renato.

[ 77r] Magnifico Conrado, fratri nostro.
Nuy havemo per più vie inteso che, secundo el male tu hay havuto, adesso te retrovi a stare asay bene et quasi libero et guarito, del che nuy ne havemo singulare piacere, sperando che presto tu te reduray a perfecta salute, salvo se tu istesso non te fay male.
Et questo dicemo, perchè intendemo che da puoi è venuta in questa parte la mayestà del re Renato, tu prendi affanno, perchè non sei bene libero adeo ch'el ti pare non podere venire anchora tu con gli altri nostri contra li nostri inimici, el che sentemo te ha facto nocimento asay et credemo che, perseverando in quello, te poderia senza fallo fare grande male, che a nuy despiaceria e noceria molto. Et perché havemo nuy desiderio cha tu guarischi liberamente et che non staghi per sempre infirmo, te confortiamo ad attendere solamente a guarire et non havere altro pensiero nè affanno, imo ad darti de bona voglia et vivere alegramente, perchè, dappuoy seray bene guarito, poderay venire da nuy, et nuy poderemo recevere più servitio da ti, che se mò te volesti affannare et remanesti poi per sempre infirmo. Sichè sforzate de vivere alegramente et darti de bona voglia et attendere a guarire, che a nuy sarà più caro. Data ut supra.
Bonifacius.
Cichus.