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304. Francesco Sforza a Pietro da Norcia, luogotenente di Lodi (1453) settembre 26 "apud Gaydum".

Francesco Sforza scrive a Pietro da Norcia, luogotenente di Lodi, di aver inteso che da alcuni e, in particolare, dal "prevedo da Paderno" si č messo mano ai beni concessi al suo famiglio Scaramuccio. Il suo disappunto si rivolge in paticolare contro di lui, perchč non doveva consentire che ciō avvenisse "senza (...) saputa e licentia" del duca. Comanda che tutto venga puntualmente restituito e gliene si dia notizia nella prima lettera che Pietro gli manderā.

[ 78r] Spectabili domino Petro de Nursia, locuntenenti nostro Laude.
Havemo intesso che per alcuni de quela nostra citā e, in spicialitā, per lo prevedo da Paderno č stata facta novitā in alcuni deIi beni, quali havevamo concessi ad Scharamuceto, nostro famiglio; dela qualcossa ne havimo pigliata grandissima admiratione, maximamente de vuy, perchč, se alcuna persona gl'č che prettenda raxone alcuna in dicti beni, doveva havere recorsso da nuy e rechiedere raxone, et non andare de facto nč de soa autoritā, nč voy gli lo dovevati consentire senza nostra saputa e licentia. Il perchč volimo e ve comandiamo expresamente per quanto haveti cara la gratia nostra che, subito receuta la presente, debiati fare revocare ogni novitā facta in Ii dicti beni et restituire tucte biave e feno tolte interamente e fino a una ponta de stringa, che non li mancha niente, remettendo Ie cosse in quel grado e stato proprio che erano in prima e innanti che fosse facta la dicta novitā, remota ogni exceptione et contradictione. E fa(r)eti per modo che la prima lettera che ne scrivereti ne certifica che cossė habiati exequito, perchč altramente crederessemo che non haveti intencione de obedire, nč de mettere ad exequcione Ie nostre lettere. apud Gaydum, xxvi septembris (1453) .
Bonifacius.
Iohannes.