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311. Francesco Sforza al lodigiano Paolo de Brachis (1453 settembre 27 "apud Gaydum").

Francesco Sforza scrive al lodigiano Paolo de Brachis di comprendere i sentimenti che lo spingono a chiedere che i soldati di Corrado abbiano a rimanere lì. Ha disposto che vengano via con gli altri e l'assicura che si faranno tali progressi da distogliere i nemici dal pensare alle cose di lì. Sia, però, sempre vigilante su quanto avviene in quella città.

Paulo de Brachis, civi Laudensi.
Havemo recevuto le vostre Iettere scrite con bono amore e fede, qual portate a nuy et al stato nostro circha el far restare lì quelle gente del magnifico Conrado, nostro fratello, dele quale ve comendiamo, ma nondimeno havemo omninamente proponuto de farle levare e venire via con l'altri, certificandovi che faremo tali progressi che l'inimici nostri se scorderano le cose de là. E dativene de bona voglia confortave bene a stare vigilante, como siti usato a quanto fosse da provedere circha le occurrentie in quella nostra cità. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.