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331. Francesco Sforza a Morello da Parma (1453 ottobre 3 "apud Gaydum").
Francesco Sforza contesta a Morello da Parma che la tassa per le guardie per le rive dell'Adda non sia equamente imposta. Siccome di ciò ha incaricato il luogotenente di Lodi, gli scrive ancora e gli dice di concordare con Morello il servizio delle guardie. Ha scritto a Gaspare da Suessa per ammonirlo dei saccheggi di fieno che fanno i suoi soldati. Si dice dispiaciuto che quelli di Castelleone abbiano cacciato l'amico di Montodine e ha scritto a Donato perchè con Francesco Corso si disponga, come Morello ordinerà, in modo che l'amico se ne stia lì.
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88r]
Domino Morello de Parma.
Havemo recevuto due vostre lettere responsive aIe nostre circa la bona guardia da essere facta, et inteso quanto scriveti del dubio haviti che non cessano Ie guardie per mancamento del dinaro et anche perchè non se despensano con el debito modo, et anche perchè sonno alcuni che paghino et alcuni che non; dicimo che de ciò remanimo molto malcontenti, perché è tuto contra la opinione nostra e contra quello havemo ordinato, cioè che ogni homo paghi, nemine exceptato; et così ne facessemo comissione al nostro locotenente de Lode. Et perchè a luy ordinassemo quanto era da fare perchè li pagamenti se facesseno equalmente, gli scrivemo novamente quanto ne pare sopra ciò, et anche ch'el se intenda con voy per cagione dele dicte guardie le quale, como voy saviamente scriviti, bisognano più adesso che may; sichè intenditeve anchora voy con luy et fate como havemo speranza in voy e como haviti facto per lo passato. Quanto ala parte de quelli de Gasparro da Suessa che vengo(no) a saccomanno de là d' Ada e fano molestia ali homini nostri, haviti facto bene ad avisarcene perchè non è nostra intentione che faciano così, e gli scrivemo quanto bisogna per le alligate, le quale subito mandareti al dicto Gasparro. Ala parte de quelli da Castellione, quali hanno caciato via quello amico de Montodene, ve avisamo che non n'è stata nostra intentione, anze despiace a noy per li respecti che ne scriveti; e così scrivemo a Donato per le alligate che facia et ordini con Francisco Corso che lassa stare e praticare el dicto amico là al loco, segondo che voy gli ordinariti. Sichè mandatili la lettera et ordinateli secretamente quanto voliti se facia, e lo farano.
Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.