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337. Francesco Sforza a Gracino da Pescarolo e al referendario di Pavia (1453 ottobre 4 "apud Gaydum").

Francesco Sforza ordina a Gracino da Pescarolo e al referendario di Pavia di garantire a Francesco Zorzo che i 320 sacchi di biada da cavalli richiestigli dal lodigiano Tommaso Azzone, famiglio ducale, sono per il duca e non già che Tommaso li voglia, come dicono il conte Antonio e Pietro Beccaria, per farne mercanzia.

Domino Gracino de Piscarolo et referendario Papie.
Nuy havemo mandato in quelle parte Thomaso Azone da Lode, nostro famiglio, con denari dela borsa nostra per acomperare certa quantità de biade da cavalli per la famiglia et cavalli dela persona nostra propria; il quale ne scrive como Francesco Zorzo gli ne haveva promesso sachi a CCCXX de quella era del vescovo passato et che al presente non la pò havere, perché el conte Antonio et domino Petro de Beccaria, suo zenero, dicono che esso Thomaso non la vuole per nuy, ma che ne vole fare mercanzia, como anche voy doveti essere informato. Pertanto volemo che vuy siati con el conte Antonio et con che ve parà bisogno, et facendo fede como nuy volemo questa biada per nuy, dati ogni favore, adiuto al dicto Thomaso che possa havere questa et ogni altra quantità de biada da cavali, secondo gli havemo comeso per uso dela casa nostra, pagandola, como è l'intentione et voluntà nostra.Data ut supra.
Iohannes Antonius.
Cichus.

(a) sachi scritto su rasura.