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346. Francesco Sforza a Bartolomeo Colleoni 1453 ottobre 4 "apud Gaydum".

Francesco Sforza comunica al Colleoni di aver ricevuto da Giovanni Conte, compagno di Morretto, la lettera con cui lui gli conferma di aver avuto dal famiglio ducale Giovanni Bono il suggerimento dei modi che deve osservare per alloggiare una notte a Cremona e dintorni con re Renato e le altre genti d'arme, oltre al compito di provvedere un ricovero alle truppe regie che non possono trovarlo a Cremona. il duca si dice certo che anche il Colleoni, mal sopporti la "tardità" del re, anche se crede, nonostante i rinvii fatti anche a causa della combustione della luna, che in serata sarà giunto a Pizzighettone. Considerato il fatto che nelle guerre in Italia si è soliti "usare dele arte et fictione con parole et demonstratione", egli ha divulgato che lui, Collleoni, e il re erano ancora nell'Alessandrino e alcune altre genti stavano di là dell'Adda, nel Cremonese e altrove e che arriveranno 40 e più squadre. Siccome da Americo Sanseverino è stato informato che il re intendeva fare non più di 12 squadre con 50 uomini d'arme, il duca ha suggerito ad Americo di consigliare il re di fare squadre con 25 - 30 uomini d'arme in modo da avere da 18 a 20 squadre e gradirebbe che il Colleoni appoggiasse tale proposta e ne parlasse con Americo. In più, chiede allo stesso Colleoni di voler fare otto squadre, mentre lui duca esigerà dagli altri condottieri di formare squadre come si dice nella lettera, avendo l'avvertenza che tutto sia fatto prima di passare l'Oglio. Fu scritto in data 6 ottobre a Biagio da Civate, podestà di Giarola, di portarsi dal duca.

Magnifico Bartholomeo Coleono.
Questa sera per Zohanne Conte, compagno de domino Moreto, havemo recevuto la vostra lettera de dì iii del presente per la quale restamo avisati de quanto per nostra parte ve ha referito Zohanne Bono, nostro fameglio, delli modi ne pare debbiati servare in allogiare una nocte a Cremona et lì d'intorno con la mayestà del Re et Ie altre gente; al che non replicamo, nè movemo altro, non ma che da puoi havite inteso el nostro parere lassiamo el carico et cura ala magnificentia vostra de allogiare tute quelle gente per una nocte per modo staghino secure, et che I'avanzo delle gente delIa mayestà del Re, che non porano stare in Cremona, Ie allogiate presso vuy per modo siano bene tractate et allogiate, et che non recevano danno, come semo certi sapereti ben fare. Apresso ne rendiamo certi ch'el ve rencresce ch'el se perda questo bon tempo per la tardità ha facta la mayestà del Re, el quale non dubitamo, ala recevuta de questa, serà giuncto a Pizghetone, perchè intendemo de certo debbi partirse heri che fo mercoridì da Milano, non obstante ch'el deliberasse partirse martedì passato; [ 102r] pur, per la combustione dela luna retardò el suo cavalcare quello dì. Ulterius perchè vuy sapete che in queste nostre guerre de Italia giova molto ad sbigottire el compagno ad usare dele arte et fictione con parole et demonstratione et havemo per tuto devulgato, tanto fra nuy quanto fra I'inimici che de presente fra la mayestà del Re et voy et l'altre nostre gente, erano in Alexandrina et alcune altre gente tenevamo aIe frontere delIà d'Ada et in Cremonese et altri lochi, ne giungerano XL squadre de gente d'ame et più, et havemo facto el nostro designo che siano queste che se conteneno nella inclusa lista, como vederiti. Et perchè per lettere de Americo de San Severino semo stati advisati che la mayestà del Re deliberava fare XII squadre et non più, mettendo quaranta et L homini d'arme per quadra, havemo scripto al dicto Americo che debia confortare la prefata mayestà del Re a fare le squadre soe a XXV fino in XXX homini d'arme per squadra, como vederiti per la copia delIa lettera scripta al dicto Americo, pur qui inclusa, che ne porà fare fin al numero de XVIII o XX; il perchè ne pare che anchora Ia magnificentia vostra voglia confortarla al simile, conferendone prima con el dicto Americho, adiungendo ala mayestà soa che ogni volta che fossemo per fare facti d'arme con I'inimici, Ie squadre se possono fare de doe, o de tre, una. Confortiamo etiamdio la magnificentia vostra se'l è possibile, a fare VIII squadre perchè serà anchora vostro honore et reputatione e simelmente a quelli nostri conducteri che fazano lo numero deIe squadre che se contene nella dicta nostra lettera. Et questo ordine se vol fare inanze se passi Oglio; et piazane advisarne como haverite facto. Data apud Gaydum, die iiii octobris 1453.
Iohannes.
Die vi octobris 1453.
Scriptum fuit Blasio de Clivate, potestati Glarolarum quod veniat ad dominum.
Ser Iacobus.
Cichus.