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359. Francesco Sforza a Raffaele Morbio, vicario di Belgioioso 1453 ottobre 12 "apud Gaydum".

Francesco Sforza scrive a Raffaele Morbio, vicario di Belgioioso, che inteso ciò che gli dice del salario dell'ufficiale del portinaio di Pissarello, vuole che si continui a osservare per il pagamento del salario dell'ufficiale ciò che si praticava al tempo di Filippo Maria Visconti e, cioè, che i portinai dessero ogni mese agli ufficiali, a nome del vescovo di Pavia, per salario 24 grossi oltre a cinque grossi e mezzo per la tassa dei loro cavalli.

Nobili dilecto nostro Raphaeli Morbio, vicario Belzoyosi.
Havemo recevuto toa lettera de dì xvii del passato, et inteso quanto scrivi delIa informatione hay havuta del salario del'officiale del portinaro del Pissarello, et cetera; dicemo che, siando così, como tu scrive, zoè che Ii dicti portinari, ad instantia del vescovo de Pavia, pagavano aIi officiali passati per il suo salario in zascuno mesi grossi xxiiii ad nome del vescovo de Pavia, et per la taxa che pagaveno delli cavalli che tenevano dicti officiali grossi cinque et mezo al mesi per nome et ad nome d'esso vescovo, siamo contenti et volemo che, non obstante cosa alcuna in contrario, quale havesse da noy o d'altri, debbi fare pagare dicto salario como se pagava al tempo del prelibato quondam illustrissimo signore duca passato, perché così è Ia intentione nostra, che sia servato et exequito. Data apud Gaydum, xii octobris 1453.
Ser Iohannes.
Cichus.