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363. Francesco Sforza al podestà di Mortara 1453 ottobre 13 "apud Gaydum".

Francesco Sforza ricorda al podestà di Mortara di avergli scritto, il sette scorso, che, nel caso di mancato accordo di Ambrogio Trombetta, uomo del conte Giacomo Piccinino, con il cremonese Guglielmo Finaro, si dovesse annullare una lettera ducale inviatagli il trenta agosto in favore di Ambrogio e dei suoi. Ora gli scrive per l'annullamento di ogni scrittura o procedimento in favore di Guglielmo. in modo che Ambrogio e i suoi siano lasciati in pace da ogni precedente vertenza.

[ 106r] Potestati nostro Mortarie.
Per nostre lettere, date a vii del passato, te scripsemo che non siando rimasto d'acordo Ambroxo Trombeta del magnifico conte Iacomo Picenino cum Guliermo Finaro, nostro citadino Cremonese, como credevamo, dovesse annulare et casare et revocare un'altra lettera per nuy a te scripta a trenta dì del mese de augusto proximo passato, in favore d'esso Ambroxo et deIi suoy. Nunc non siando Ie parte rimaste d'acordio, volimo et te cometimo che debi pur anulare et revocare ogni lettera, processo et scriptura quale fusse facta in favore del dicto Guliermo et contra el dicto Ambroxo e Ii suoy, ita et taliter che né mò né may dicto Ambroxo e Ii suoy possano né debiano essere molestati né inquietati per defferentia, quale da qui indreto habia hauto esso Ambroxo cum dicto Guliermo. Ex castris apud Gaydum, xiii octobris 1453.
Ser Iacobus.
Iohannes.