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379. Francesco Sforza a Giacomo Spinola di Luccoli (1453 ottobre 18 "ex castris nostris contra Pontevichum").

Francesco Sforza scrive a Iacobo Spinola, quondam Caroci de Luculo, ringraziandolo per i cordiali sentimenti espressigli. Si dice contento della punizione fatta a quel malandrino e dell'accordo raggiunto con i compagni. Lo avvisa che gli manda Raffaele Zaccaria, podestà di Tortona, al quale può tranquillamente parlare delle sue opinioni sui fatti di Genova e dei relativi suoi progetti.

Spectabili amico nostro carissimo Iacobo Spinule quondam Carocii de Luchulo.
Havemo recevuto quatro vostre lettere et bene inteso quanto ne scriveti, aIe quale non havemo respuosto più presto per molte occupatione havemo havuto; respondemo mò per questa: primo, ve rengratiamo dela affectione ce demonstrati, benchè ad nuy non sia cosa nova, perchè sempre ve havemo havuto per bono amico et ad nuy grandemente affectionato, nè may fossemo nè porriamo havere de vuy altro concepto.
Et remanemo tanto contenti et satisfacti della punitione per vuy data a quello robbatore della strata, et del'accordio facto con Ii compagni che non poriamo scrivervelo. Circha li facti de Zenova non dicemo altro per questa, se non che mandiamo lì Raphaele Zacharia, potestà de Terdona, nostro fidelissimo, presente exhibitore, con lo qual vogliati alargarvi et conferire tuti Ii pensieri et designi vostri, como faresti con nuy proprii se parlassemo ad bocha con vuy, confortandove ad stare de bona voglia che Ie cose nostre de qua, Dei gratia, passano benissimo et de dì in dì passaranno de bene in meglio, per modo che vuy et li altri amici nostri ogni dì ve ne trovareti più contenti. Data ut supra.
Zanetus.
Cichus.