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414. Francesco Sforza a Giovanni de Angellis, capitano di giustizia a Milano (1453 novembre 2 "contra Roadum").

Francesco Sforza informa Giovanni de Angellis, capitano di giustizia a Milano, che il pavese Giacomo Secco sostiene di essere stato trovato, durante i tumulti cittadini, con le armi in mano in seguito a un ordine avuto dal podestà. Se viene provato che ciò corrisponde al vero, vieta che si faccia alcuna malestia a lui, ai suoi, nè contro la sua casa.

Domino Iohanni de Angellis, capitaneo iusticie Mediolani.
Iacomo Secco, nostro citadino Pavese, ne dice con querella che vuy procedeti contra sè pro eo che se retrovò havere pigliato le arme in mano quando se fece quella novità lì in Pavia, et luy dice haverli tolto de comandamento del potestate nostro de quella nostra cità, et per questo ne pregha non vogliamo lassargli fare novitate alcuna. Per la qual cosa ve comettiamo che de ciò ve debbiati informare con esso nostro potestate; et trovandose essere così, alhora siamo contenti et volemo che non gli fazate impedimento, né molestie alcune, né contra sé, né contra la casa soa, né veruno delli suoy, imo fariteli libera licentia ch'el possa stare a casa soa senza alcuno impazo. Data ut supra.
Bonifacio.
Cichus.