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426. Francesco Sforza al podestà, al capitano del distretto di Piacenza e a Teseo de Puctanis da Spoleto, cancelliere ducale (1453 novembre 3 "contra Rogadum").

Francesco Sforza vuole che il podestà, il capitano del distretto di Piacenza e Teseo de Puctanis da Spoleto, cancelliere ducale, facciano, sopra armi e pegni, dare a creditori del pane e del vino per il loro sostentamento al parmense Bartolomeo da Parma, a Salvino da Parma, a Scaramuccia da Fragarolo, ad Andrea da Salla e a Perino da Piacenza, tutti uomini d'armi alloggiati nel Piacentino, che al presente non possono giovarsi del loro pagamento a Parma. Il duca assicura i buoni uomini, che aiuteranno detti soldati, che dei loro crediti su pegni saranno "integramente satisfacti et pagati".

[ 123v] Potestati, capitaneo districtus Placentie ac Theseo de Puctanis de Spoleto, cancellario nostro.
Se ritrovano havere facto assignamento al Parmesano Bartholomeo da Parma, Salvino da Parma, Scaramutia da Fragarolo, Andrea da Salla et ad Perino de Piasenza, tuti nostri homini d'arme, alozati lì in Piasentina del spazamento suo in Parma del quale, perchè così mò de presente non se possano valersene, aciochè possano vivere, siamo contenti, et così volemo che gli fazate dare del pane et del vino per loro usu sopra Ie soe cose, arme et pegni, certificando (a) Ii boni homini che deIe robbe gli darano seranno integramente satisfacti et pagati adeo che non gli mancarà niente; sichè circha ciò provedeti mò como ve parerà meglio, perche dicti homini d'arme possano havere delle cose necessarie al vivere loro sopra Ii dicti soe cose et pegni. Data ut supra.
Bonifacius.
Cichus.

(a) Segue che de depennato.