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431. Francesco Sforza a Sagramoro Visconti, a Francesco Secco e a suo fratello Antonio (1453 novembre 4 "ex castris contra Rovatum").

Francesco Sforza manifesta a Sagramoro Visconti e a Francesco Secco e a suo fratello Antonio la sua certezza che in giornata si impossesseranno di Treviglio. Si portino poi subito a Rivolta con i cavalli che manderà loro Gaspare da Suessa, con i 200 schippettieri e i provisionati del castello di Milano che invierà il Consiglio segreto e con Cristoforo da Cremona e i suoi fanti e con gli uomini del paese sistemandosi nello spazio esistente tra il ponte e Rivolta. Prese le bastite, le spianino del tutto, così come distruggeranno completamente il ponte, consegnando tutto il materiale che ne ricaveranno a Rossino Piola, commissario di Cassano. Se abbisogneranno di qualcosa, lo facciano sapere al Consiglio segreto. Sicome il padre del conestabile di Rivolta si trova a Vailate, procurino di indurlo a convincere il figlio ad arrendersi. Di tutto quello che riusciranno a concludere gli diano piena informazione.

Domino Sacamoro Vicecomiti et domino Francisco de Sichis, militibus, ac Antonio eius fratri.
Como per altre nostre, hoggi per lo vostro messo che ne mandassevo questa nocte ve havemo scripto, così per questa replicando, ve dicemo che siamo certi, per quanto ne haveti scripto, hoggi haveriti havuto Triviglio a nome nostro. Et perché havemo molto ad cuore (a) il facto de Rivolta, del ponte et bastite, volemo debiati andare insieme con li cavalli, che ve mandarà Gasparro da Sessa, con li 200 schiopeteri et provisionati del castello nostro de Milano, quale ve mandarà il nostro Consiglio secreto, et cum Christoforo de Cremona con li suoy fanti et con più homini del paese che serà possibile ad metterve tra Rivolta et el ponte loro, che gli è uno bono spatio de terreno; il qual ponte et così le bastite sonno la maiore parte in assiuta et in terra et de tracta, siamo certi haveriti la bastita che è verso Rivolta, perché non è troppo forte; la quale havuta, volemo faciati spianare et ruynare et così guastare lo ponte et tute le colomne et asse, grodarie, ferramento et armadure delle bastite, ponte. Volemo faciati consignare [ 125r] ad Rossino Piola, commissario nostro de Cassano, al quale havemo ordinato quanto ne habia ad exequire de dicte cose, et faritele spianare in modo che parà non li fosse may bastite, né ponte, governandove in questa impresa maturamente et prudentemente et con ogni diligentia et sollicitudine possibile, como ne confidiamo in voy et in modo che ne reportati honore, Laude et commendatione; et bisognandone più una cosa che un'altra scriveti et mandati, recercando al nostro Consiglio secreto de Milano tutto quello ve parerà necessario perché essi provederano a tutto quello che per vuy li sarà rechiesto et dicto. Et perché intendemo ch'el conestabile, qual è dentro da Rivolta, ha el padre in Vaylà, volemo vediati per ogni modo de far trovare el padre del dicto conestabile, quale confortariti et pregariti et carichariti che voglia mandare a dire et confortare e comandare al figliolo che ne voglia dare Rivolta aciò non bisogni mandarli el campo; che, mandandoli poy noy el campo, haveremo Rivolta in ogni modo et a luy non seremo obligato nulla. Et in questo usariteli tute quelle bone parole et persuasione ve parerano expediente per fare de havere Rivolta omnino; et tutte quelle cosse haveti fare, vogliateli expedire presto et con sollicitudine non gli perdendo tempo veruno; et de tuto como seguiriti vogliati continue avisarcene. Mandariti subito le alligate a Cassano et a Milano ad che se drizano, et così quella che se driza a Gasparro da Sessa, sforzandove che vadano a salvamento. Data ut supra.
Zaninus.
Cichus.

(a) Segue Rivolta espunto.