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452. Francesco Sforza al precettore di Sant'Antonio in Crema 1453 novembre 7 "apud Roadum".

Francesco Sforza scrive al precettore di Sant'Antonio in Crema che, a seguito delle suppliche degli uomini del Fresso e Salvarola č disposto a concedere ampio salvacondotto a tutti e singoli uomini, massari e lavoratori dell'ordine di Sant'Antonio sul territorio cremasco, come lo avevano prima della guerra, purchč si faccia liberamente consegnare agli uomini di Fresso e di Salvarola il bestiame e ogni cosa presa dai soldati che stavano a Romanengo e a Crema.

Venerabili amico nostro, domino preceptori Sancti Antonii in Crema.
A supplicatione et precherie delli nostri homini del Fresso et Salvarola siamo contenti et cosė, per lo tenore della presente nostra lettera, concedemo amplo, libero et validissimo salvoconductu cum omni moda, fidantia et securitate ad tucti et singuli homini et massarii et lavoratorii, dato all'ordine et devotione vostra de Sancto Antonio commorante per tucto lo territorio Cremasco, che possano tutte et liberamente stare et lavorare et fare li facti loro, eo modo et forma che facevano et possevano fare inanzi la presente guerra et al tempo della bona pace, valituro ad nostro compiacere cum disdicta de doi dė de contrabbando. Dummodo tamen, et non altramente, faciati (a) consignare et libere restituire tucto el bestiamo et ogne altra cosa, che č stata (presa) per li soldati che stavano seu stanno in Romanengo et in Crema alli dicti nostri homini del Fresso et del Salvarola, et quando non faciati restituire dicto bestiame et le altre loro cose alli predicti homini nostri, intendemo et volemo questa nostra fidanza et salvoconductu sia nullius valoris. Data in castris nostris felicibus apud Roadum, vii novembris 1453.
Cichus.

(a) Segue cog depennato.