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482. Francesco Sforza a Benedetto de Curte, capitano della cittadella di Piacenza (1453 novembre 13 "contra Urceas Novas").

Francesco Sforza informa Benedetto de Curte, capitano della cittadella di Piacenza, che se n'è fuggito dal campo Iacopo di Giovanni da Parazo, bifolco del luogo di Iustino, vicino a Piacenza. Lo catturi, gli faccia dare dieci tratti di corda e, in sua vece, mandi due bifolchi per due mesi a spese di Giacomo. Se egli non ha beni a sufficienza, vi provveda la località da cui proviene. Infine, ricorda a Benedetto la necessità, per evitare fughe, di turnare i bifolchi piacentini.

Nobili viro Benedicto de Curte, capitaneo citadelle civitatis nostre Placentie.
Questa nocte s'è fugito da que Iacopo de Iohanne da Parazo, bovolcho de quelli del luogo de Iustino vicino lì a Piasenza. Pertanto volemo che subito, vedute le presente, tu habii in le mane esso Iaco(po) et gli faci dare deci tracte de corda senza remissione, et dela roba soa ne mandi qua duy scontri pagati per duy mesi; et s'el non ha robba per mandarli, faci che quello comune, che l'ha mandato, subito ne mandi li dicti scontri pagati, ut supra; et ad coluy non manchino li dece tracte de corda per dare exempio ad li altri. Ceterum te habiamo scripto più volte che tu faci che quelli bovolci de Piasenza et Piasentina, che sonno qua in campo, siano cambiati, perché non habiano casone de fugire; pur fin a qui non l'hay facto, del che ne maravigliamo. Pertanto te dicemo et de novo comandiamo che, per quanto hay cara la gratia nostra, faci che subito siano cambiati. Data ut supra.
Christoforus de Cambiago.
Iohannes.