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485. Francesco Sforza a Sagramoro Visconti, a Francesco e ad Antonio Secco (1453 novembre 13 "contra Urcias Novas").

Francesco Sforza risponde a Sagramoro Visconti, a Francesco e ad Antonio de Sichis che ai Bergamaschi passati sotto la sua obbedienza hanno concesso, sia lui che il Colleoni, dei salvacondotti per portar fuori da Bergamo vettovaglie per loro uso e biade per la semina. Se trovassero persone che, anzichè estrarre, introducono merce in quella città, le fermino, perchè poi lui, duca, le giudicherà. Dice a Sagramoro di essere spiaciuto perchè non ha potuto eseguire la commissione affidatagli; cerchi di avere più uomini possibili del paese con cui fare con i suoi uomini, guardia a tutti i passi per evitare che gente entri in città. Fa poi sapere che Giacomo Sicco non si è ancora presentato ai suoi servizi.

Domino Sagramoro Vicecomiti, Francisco de Sichis ac Antonio de Sichis.
Havemo recevuta la vostra lettera et veduto quanto per quella ne scriveti; respondendo, dicemo, prima, ala parte del modo teneno l'homini dele terre del piano de Bergamasca che sono reducti ala obedientia nostra et che sotto le licentie et salviconducti nostri e del magnifico Bartolomeo vano e vengono ogni dì da Bergamo et conducono dentro robbe e victualie, et maxime de quelli da Triviolo, et cetera, che nuy li concedessimo dicti salvconducti e licentie perché potesseno trare fuora de Bergamo victualie per uso loro et biade per seminare et non per portarle dentro dela città, et così fo et è la nostra intentione et del prefato magnifico Bartolomeo. Unde facendo loro altramente, como ne scriveti che fano, volemo che, trovandoli sì apresso ala città, che chiramente se possa cognoscere e iudicare che portasseno et andasseno in la cità, siano presi et tenuti sotto bona custodia, perchè nuy poy sententiaremo quello doverà essere di facti loro; et in questo interponereti ogni vostra cura, dilegentia et solicitudine ad ciò non siano portate victualie dentro da Bergamo. [ 135r] Ala parte scriveti vuy, domino Sagramoro, non haveti possuto far niente dela facenda ve comettessimo, ne rencresse; pur, sia como se voglia, ve caricamo et stringemo debbiati sforzarvi per ogni modo et via de havere quanto più homini del paese sia possibile, et insieme con quelle gente vostre sonno lì, far tal guardie a tuti li passi che non possano intrare gente dentro dela città; et ad questo habiatili tal cura che non li possa reusire el pensero et designo suo. Ala parte che non voliamo tore ali servitii nostri Iacomo Secho, dicemo che luy non è ancora venuto da nuy; ma se li venerà, sapemo che responderli. Data ut supra.
Iacobus suprascriptus.
Cichus.