Registro n. 16 precedente | 486 di 1825 | successivo

486. Francesco Sforza al conte Antonello de Crivellis (1453 novembre 13 "contra Urcias Novas").

Francesco Sforza conferma al conte Antonello de Crivellis di essere sorpreso per lo scritto del vescovo di Costanza indirizzato al Capitolo della chiesa maggiore di Pavia, perchè per più lettere gli ha fatto intendere, come anche ha fatto con il papa, qual'è la sua ferma volontà. Comunque, gli ribadisce che non vuole prevaricare, e così confermerà a detto vescovo e replicherà al predetto Capitolo. Circa l'ufficio di Cassola, gradirebbe molto che il conte accontentasse il famiglio ducale Andrea da Cingoli.

Comiti Antonello de Crivellis.
Havemo recevuta la vostra lettera con la inclusa copia di quanto ha scritto el vescho de Constatia al Capitulo dela Chiesa Maggiore de quella nostra cità, et cetera, ala quale vostra, respondendo, ve dicemo che ne maravigliamo asay de tale scrivere d'esso vescho, perché nuy già più per nostre lettere li havemo scripto et fato intendere la voluntate nostra, et così anora havemo scripto ala sanctità del nostro Signore et a chi ne ha scripto per luy, ma crediamo che prima luy habia recevuto le nostre lettere, habia scripto quella soa al dicto Capitulo, sichè ve confortiamo a darve de bona voglia et non havere de ciò pensiero alcuno. Et perché quello ve havemo promesso, quello è nostra intentione, et da quello non intendemo prevaricare per modo alcuno, nuy scrivemo al dicto Capitulo che gli responda como intenderiti, et nuy anchora per l'alligata gli replicamo la intentione e voluntà nostra, sichè quella nostra con quella gli scriverà dicto Capitulo poderano fir mandate insieme. Ala parte del'officio de Cassola ve dicemo che nuy haveressemo caro ne compiacesti, potendo havere loco, piacevi subito spazare ser Adrea da Cingoli, nostro fameglio, se desiderati farne cosa che sia grata. Data ut supra.
Bonifacius.
Cichus.