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487. Francesco Sforza ai canonici della chiesa maggiore di Pavia 1453 novembre 13 "contra Urces Novas".

Francesco Sforza comunica ai canonici della chiesa maggiore di Pavia di avere con sorpresa inteso quello che scrive loro il vescovo di Costanza, benchè gli ha fatto conoscere con più lettere la sua volontà, che è pur nota al papa. Gli scriverà ancora ribadendo il già detto e, altrettanto facciano loro senza estendersi "in fargli altra respuosta".

Venerabilibus dilectis nostris dominis canonicis et Capitulo Ecclesie Maioris Papiensis.
Havemo recevuto la vostra lettera con la copia, in quella inclusa, della letera ve ha scripto monsignore lo vescho de Constantia; et inteso quanto ne scriveti, ve dicemo che molto ne maravigliamo che esso domino lo vescho [ 135v] ve habia scripto dicta lettera, perché già nuy per più nostre gli havemo scripto et facto intendere la voluntà nostra, et così havemo resposto ala sanctità del nostro Signore et a tuti quelli ne hanno scripto per luy; ma nuy crediamo habia scripto la dicta letterea prima ch'el habia recevuto le dicte nostre. Pur non dimeno de novo nuy gli repplicamo quello che è nostra voluntà dala quale non se podemo levare; sichè vuy anchora podereti respondere ala dicta sua lettera che nuy per più nostre gle habiamo resposto la intentione et voluntà nostra, como anche de novo gli scrivemo como poderà pienamente intendere. Per il che non ve estendeti in fargli altra respuosta, perché per le dicte nostre (può) intendere tuto il volere nostro; et essa vostra respuosta gli la poteriti mandare con la nostra, quale ve mandiamo qui alligata. Ex castris nostris contra Urces Novas, xiii novembris 1453.
Bonifacius.
Cichus.