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490. Francesco Sforza al condottiero Sagramoro Visconti (1453 novembre 14 "contra Urces Novas").

Francesco Sforza scrive al, condottiero Sagramoro Visconti di intimare al modenese e a Gaspare da Perugia, uomini d'arme della sua squadra, di rimettere in liberta i Cremaschi da loro presi e di restituire il bestiame catturato in spregio del salvacondotto ducale dato a quella gente. Se non eseguiranno l'ordine ducale, esemplarmente comprenderanno che spetta solo al duca rompere e grossare i salvacondotti. Post datam. Vuole che mostri al modenese e a Gaspare la lettera ducale. Informa Sagramoro che ha rotto e revocati i salvacondotti ai Cremonesi

[ 136r] Domino Segramoro Vicecomiti, militi et armorum ductori nostro dilecto.
Sonno venuti da nuy quelli homini de Cremasca ad condolerse che per lo Modenese e Gasparro da Perosa, homini d'arme della squadra vostra, sonno stati presi certi presoni e bestiame sotto lo salvoconducto nostro; dela qual cosa ne maravigliamo grandemente che debbiano havere tanta presumptione che habiano ardire rumpere li salviconducti nostri. Unde per questa ve dicemo debbiati, recevuta questa, comandare ali dicti Modenesi et Gasparro per parte nostra debbiano, sotto pena dela desgratia nostra, relassare subito et senza pagamento alcuni dicti presoni et restituire integramente el bestame et ogni cosa havesseno tolta; et dechiarili che se non lo fanno, li daremo tale punitione li rincrescerà et serà exemplo ad li altri de non rompere li salviconducti nostri, né grosarli, perché ad nuy sta rumpere e a grosarli, e non a loro.
Data ut supra.
Iacobus de Rivoltella.
Iohannes.
Post datam. Vederiti quello scrivemo per lo facto del Modenese e Gasparro da Perosa; sichè porreti monstrargela.
Ala parte de revocare li salviconducti de Cremasca, dicemo che li havemo rotti et revocati. Data ut in littera.
Iohannes.