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492. Francesco Sforza al podestà di Fiorenzuola 1453 novembre 14 ("contra Urces Novas").

Francesco Sforza scrive al podestà di Fiorenzuola che, siccome donna Giona è rimasta sola con due figlie per la morte di Bartolomeo Ciresola, ha pensato di accasare le donne, a lui non meno care di Bartolomeo, suo fedele servitore. Ricordatosi che il condottiero Donino di Parma ha scritto ai fratelli di donna Giona e a Catellano, suo parente, per indurre le donne al matrimonio con Donino e i suoi figli vuole che cooperii anche il podestà. In simile forma si è scritto a Catellano di Fiorenzuola e a Francesco Giovanni Luigi e Battistino de Bagarotis.

Potestati nostro Florenzole.
Essendo remasti abandonata dona Giona con doe soe fiole per la morte de Bartholomeo Ciresola, ne siamo recordati volergli dare tale compagnia per la quale ne vengano adiutate et favorite, et che appertamente cognoscano che le havemo non manco care quanto haveamo dicto Bartholomeo, quale era ad nuy fidele servitore. Et essendo venuto per mente il spectabile et strenuo Donino da Parma, nostro conductero, havemo scripto ali fratelli d'essa dona et così ad Catellano, suo parente, che confortano le dicte done ad fare il contracto matrimoniale con esso Donino et figlioli. Per la qual cosa volemo che tu insieme con loro te operi ad questa cosa ita che la sortisca ad effecto, avisandote che ultra che farano a si medesma honore et bene, ad nuy farano cosa gratissima. Data ut supra.
Bonifacius.
In simili forma scriptum est Catellano de Florenzola et Francisco Iohanni Aluysio et Baptistino de Bagarotis.
Cichus.