Registro n. 16 precedente | 494 di 1825 | successivo

494. Francesco Sforza al luogotenente di Lodi 1453 novembre 14 "contra Urces Novas").

Francesco Sforza risponde al luogotenente di Lodi che gli riferisce di essersi portato a Rivolta con Bonrocino per il problema di cavare le colonne del ponte et di aver poi esaminato il tutto anche con maestro Pietro da Como, convenendo che, a voler far presto, necessiteranno settanta persone tra maestri da legname, navaroli e lavoranti, tutta gente da pagare. Il duca obietta, alle loro esagerate cifre, che ai suoi uomini, che hanno ricevuto tanto danno da Rivolta, parrà una manna aiutare a disfare dette colonne e lo faranno gratis. Lo stesso non sarà per i maestri di legname, che dovranno essere pagati e insiste che di lavoratori ne toveranno facilmente. Quanto alla richiesta di condurre oltre Adda vettovaglie nelle terre riacquistate, il duca osserva che non si ha che intendersi con il Consiglio segreto. Di certo non si può impedire che i Pandinesi vengano lì,"honeste tamen", a comprare pane. Circa la "descriptione delle biade", la comunità di Lodi ha un altro pensiero, per cui vuole che il luogotenente se la intenda con la comunità. Di guardie per l'Adda, Lodi non vuole esserne più gravata e lui, duca, in data sette del corrente mese, ha disposto che si elimini detta spesa.

Locumtenenti Laude.
Havemo recevuto le vostre lettere, date decimo presentis, continente più parte, ale qual respondendo, et primo, ala parte del vostro essere andato a Rivolta e inviato con voy el Bonrocino per mettere ordine al cavare le colone del ponte, et che, examinato bene el tuto fra maystro Petro da Como e dicto Bonrocino, a volere far presto ce bisognano fra maystri da ligname, navaroli e lavoranti al numero de settanta, li quali se bisognarano pagare a dinari contanti, dicemo che ve rengratiamo, benché a nuy non sia cosa nova, perché sonno pur deli vostri usati aviamenti che ce metteti ale mane de spendere per ogni cosa. Ma ve avisamo nuy non essere così grossi che non sapiamo molto bene che ali nostri homini, quali hanno recevuto tanto damno da Rivolta, parria pane unto ad adiutare a desfarle, e faravelo voluntera senza pagamento, etiandio in molto maiore numero che non scrivete. Delli maystri non dicemo già così, che bene ne paria ragionevole pagarli, ma delli lavoratori haverite quanto ne voriti, rechiedendoli. Ala parte delle rechieste ve fino facte de podere conduere victoalie dellà da Adda per le nostre terre reaquistate, dicemo che de ciò ve debbiate intendere col nostro Consilio secreto, el quale va darà el modo et ordine de concedere delle victualie [ 137r] ali nostri, como è ragionevole, et che non andarà in sinistro. Et quanto a quelli da Pandimo che vengono lì a comprare del pane, a nuy pare ragionevole che'l se ge ne lassi comprare e menare a Pandino, honeste tamen, acioché non possano dire che'l (a) gli sia denegato el pane.
Ceterum, perché la comunità de Lodi circa la descriptione dele biade ne ha scripto havere facto altro pensiero per lo quale la cità ne sarà più abondevole che per fare la descriptione de fuora alle ville, volimo che voy li intendati et ordinate quello ve parerà mrglio per essa nostra comunità. Quantum vero ala parte delle guardie d'Ada, delle quale ne scrive etiamdio essa nostra comunità, non gli vogliamo agravare più, non parendo necessario. Siamo contenti et volimo, como per altre nostre, date vii del presente, che debiati tolere via la spexa d'esse e non lassarli agravare più per esse guardie. Data ut supra.

(a) Segue non depennato.