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508. Francesco Sforza al podestà, al capitano della cittadella, ai deputati sopra gli alloggiamenti e a Teseo, cancelliere di Piacenz (1453 novembre 16 "contra Urceas Novas").

Francesco Sforza scrive al podestà, al capitano della cittadella, ai deputati sopra gli alloggiamenti e a Teseo, cancelliere di Piacenza, di avere già annunciato al podestà e al capitano l'arrivo in città di re Renato e di 1000 cavalli, ai quali si dovrà trovare sistemazione, masserizie grosse e legna. Annunzia loro che già domani il re manderà dei suoi uomini per visionare gli alloggiamenti e anche prevedere la gente da sistemare, gente che verrà, poi, a poco a poco. Si trovi "una bella et aconza stantia" per il re, cui si consegneranno le chiavi della città e delle fortezze. Vi siano negli alloggi legna, cui provvederanno gli uomini del duca per evitare che la gente vada a tagliare i suoi alberi. Ricorda loro che la venuta del re sarà di vantaggio per la città per le spese che il seguito farà.

[ 140r] Potestati, capitaneo citadelle et deputatis super allogiamentis et Theseo, cancellario Placentie, nostris dilectis.
A questi proximi dì scrisemo a vuy podestà e capitaneo che, havendo nuy deliberato de dare le stantie ala mayestà del re Renato, dovessevo de presente fargli apparechiare le stantie in quella nostra cità per milli cavalli, ali quali se haverà a dare pur stantie, massaritie grosse e ligne, et che subito gli dovesti fare provedimento, et subsequenter avisarne como haveresti facto, sicuti in eis litteris nostris continetur. Nunc vero ve avisamo como la soa mayestà comenzarà (a) domane a mandare delli suoi de casa per vedere et intendere l'ordine delli allogiamenti, et anche delle gente per allogiare, et de mane in mane tucti venerano, siché per questo volemo che debbiati subito fare ordinare le stantie et menare delle ligne, benché già nanti la recevuta de questa haveriti dato opera circa ciò, como credemo. Et volimo che recatate una bella et aconza stantia per la persona dela mayestà sua, ala quale vorimo siano - nel'intrare farà - presentate le giave dela cità e de tute quelle fortece, reverito et acarezato como la persona nostra e molto più; siché non atendete ad altro, dì e note, che ad apparegiare dicte stantie e ligne, et ordinare quanto sia a fare, perché questa nostra intencione se exequisca. De tale logiamento quella nostra comunità ne receverà utile, perché se vendrano le robbe sue, e l'entrate receverano acresimento. El dargli dele ligne ne è parso melio per l'homini nostri, acioché le gente non gli vadano a taliare l'arbori e lignami suoi; siché provedete a far menare dele ligne et ordinare li logiamenti senza perdere uno atino de tempo. Data ut supra.
Cichus.

(a) comenza su parola abrasa.