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514. Francesco Sforza a Giovanni Stefano da Casate, capitano della Lomellina (1453 novembre 17 "contra Urceas Novas").

Francesco Sforza comanda a Stefano da Cesate, capitano della Lomellina, di intendersi con Antonio di Lodi, cancelliere del Colleoni, che il condottiero manda per richiedere nuovamente la restituzione ai suoi compagni della roba e dei cavalli, che a loro sottrassero gli uomini di Dorno e di Alagna, quando li saccheggiarono con Francesco Giorgio. Se fossero renitenti alla restituzione, li costringa al risarcimento.

Domino Iohanni Stefano de Casate, capitaneo Lumelline nostro dilecto.
Altre volte, a requisicione del magnifico Bartholomeo Colione, nostro capitaneo, ve scripsemo dovessevo con effectu providere che per li homini de Durni et de Lagna, nostro territorio de Lumellina, fosse restituito a compagni del dicto Bartholomeo integramente tuta la roba et cavalli loro gli tolsero quando Francesco Giorgio li fece sachezare; (la) qual cosa, a quanto sentemo, non haveti facto. Et perch'el dicto magnifico Bartholomeo de novo ne ha facto instantia et manda per tal casone Antonio de Lodi, suo cancellero, presente exhibitore, volimo che, havuta intelligentia con esso Antonio per la dicta roba perduta, constringiati per ogni modo et maynera dicti homini de Durni et de Lagna a fare debita et integra restitutione de dicta roba. Et casu che se monstrassero renitenti a dicta restitutione, provediati che la paghano; et in questo servareti tal ordine che non habiamo pił rasone de replicarvi, et dicto Bartholomeo sia totalmente, per una via o per un'altra, satisfacto. Data ut supra.
Advena.
Iohannes.