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532. Francesco Sforza ad Antonio Secco, commissario di Geradadda (1453 novembre 19 "contra Urceas Novas").

Francesco Sforza conferma ad Antonio Secco, commissario di Geradadda, di aver saputo che Sagramoro e Francesco che non hanno potuto entrare con le genti d'arme in Urgnano, Calcinate e Brusaporto, localitą cui farą pervenire le allegate lettere nelle quali ordina di eseguire "quanto hanno in commissione" (...). Informi, poi, l'ingegnere ducale Pietro di Cernusco d'aver ordinato a Sagramoro di mandargli una scorta perchč possa raggiungerlo in campo.

Antonio de Sichis, comissario nostro Glareabdue.
Havemo recevuta la vostra lettera et inteso quanto ne scrivete che domino Sacramoro et domino Francesco non sono possuti intrare con quelle nostre genti in Urgnano, Calciną et Bruxaportho. Dicemo che'l ne despiace, et per le allegate scrivemo ale dicte nostre terre che le debiano acceptare ad ogni loro petitione, sichč mandareti le allegate alli predicti quanto pił presto porreti et che exequiscano quanto hanno in commissione.
Ad maestro Pedro de Cernuschio, nostro inzegnero, quale č venuto Iģ da Milano dirrete per nostra parte che scrivemo al dicto domino Sacromoro che li debia mandare la scorta; sichč dicetegli staga in puncto et in ordine che, como domino Sagramoro Ie mandarą la scorta, possa inmediate venire via qui da nuy. Data ut supra.
Zaninus.
Cichus.