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536. Francesco Sforza a Ettore Vallisnera, rettore dell'abbazia di Cerreto (1453 novembre 19 "contra Urceas Novas").

Francesco Sforza comunica a Ettore Vallisnera, rettore dell'abbazia di Cerreto che, contrariamente a quello da lui segnalatogli, il monsignore vicecancelliere è morto. Quanto ai suoi massari, lascia a loro la scelta di dove vogliono dimorare, ma con l'avvertenza che, fatta una opzione, quella devono poi mantenere.

Dilecto amico nostro carissimo Hectori Vallisnere, rectori abbatie Cereti Laudensis.
Havendo recevuto vostre lettere per le quali ne scriveti che lo reverendissimo monsignore vicecancellero era meliorato, per certo ne haveressemo recevuto singulare piacere, ma ve avisamo che havemo inteso per lettere fidedigne che la signoria sua passò de questa presente vita a XXX del passato; del che havemo recevuto singolarissimo cordoglio e tale che non potressemo dire né scrivere ma, considerato che è cosa naturale, ve confortiamo ad havere pacientia. Respondendo al'altre parte de vostre lettere ve rengratiamo e, quanto ala parte delli vostri massarii dell'abatia, siamo contenti che, a suo piacere, se reducano in le parte nostre et che ellezano quella stantia che gli piacerà con questa conditione che non ritornano delà, aut volendo stare dal canto dellà non praticano dal canto nostro, como più largamente scrivemo de questo al nostro locumtenenti Laude, col quale ve potriti intendere. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.