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573. Francesco Sforza a Luchina dal Verme (1453 novembre 27 "apud Urceas Novas").

Francesco Sforza risponde a donna Luchina dal Verme di non credere che il suo consigliere Angelo Simonetta abbia convenuto con lei mille staia (di sale), perchè Angelo non avrebbe mai fatto ciò a sua insaputa e con tanto pregiudizio delle entrate ducali, perchè, come anche ben sa, il sale è il "nervo del (suo) stato". Le riconferma che lui tratta le sue cose e quelle di Pietro con la stessa cura che ha per le proprie. Sebbene sia vero che Roccafranca gli sia richiesta da molti, l'assicura che, sistemato tutto, sarà favorevole alle ragioni di Pietro non meno che a quelle della sua Camera. Quanto alla gente ducale che domanda le tasse nelle terre di donna Luchina, lei non ha che da imporre che faccia il proprio dovere.

[ 153v] Magnifice domine Luchine de Verme.
Havemo recevuto vostre lettere, ale quale respondendo, et primo, ala parte che diceti havere facto compositione in mille stara per lo mezo de Angelo Simoneta, nostro consigliero, ne maravigliamo asay de questo e non trovariti che la sia così, perchè dicto Angelo non l'haveria facto senza nostra saputa in tanto preiuditio delle intrate nostre. E, como debbe sapere la vostra magnificentia, la più bella e meliore intrata e dela quale melio se adiutamo è quella del sale e, turbandonela, seria uno butare in fasse el facto nostro, che non credemo essere vostra intentione, perché el fato nostro è pur vostro proprio. Siché ve confortiamo e anche pregamo che non ve voliati fare difficile a questo facto del sale, che è proprio nervo del stato nostro. Ala parte che nuy habiamo dicto e replicato non volere tractare mancho bene voy et il conte Pedro, dicemo che l'è vero, né menore cura volimo delle cose vostre et del dicto conte Pedro che delle nostre proprie; e così vederiti ali effecti. Quantum vero ala parte de Rocha Franca, dicemo che, quamvisdio la ne sia domandata da (a) molti, pur como siamo firmati in qualche loco, voluntera intenderemo le ragione che le ha el conte Pedro e non mancho gli seremo favorevoli che serissemo ale ragione della Camera nostra propria. Ala parte delle nostre gente, quale domandino le taxe in le vostre terre, ve confortiamo a farli fare el dovere per tolerne tanto tedio a nuy et anche a voy. Data ut supra.
Ser Iacobus.

(a) Segue altri depennato.